Qui mangio, l'ultimo tassello: completato il puzzle Qui Padova
Il ristorante quimangio è l’ultimo tassello che completa il puzzle QUIPADOVA (https://www.cittasolare.org/qui-padova), il progetto di rigenerazione urbana di Città Solare e Fondazione La Casa onlus.
Nei primissimi anni ’60 del secolo scorso questa zona di Padova era la campagna dell’estrema periferia che iniziava ad inurbarsi. I locali dove adesso c’è il ristorante c’era la prima chiesa del quartiere che si stava formando e che andava a sostituire quel piccolo oratorio che c’è a metà salita del ponte quattro martiri[1]. Poi venne costruita la grande chiesa che si vede adesso all’incrocio fra via Bembo e via del commissario, e inaugurata il 30 ottobre 1966 dal vescovo Girolamo Bortignon. Memoria della funzione sacra iniziale è la forma della parete est, leggermente arcuata verso il centro, perché qui era collocato l’abside[2]. Abbiamo fatto il cappotto esterno e cambiato molte cose, ma chi guarda il corrimano della scala che sale agli uffici del piano superiore, noterà un piccolo distanziatore rosso che vuole ricordare cosa c’era su questa parete.
Finito l’uso come Chiesa, questa sala è diventata la cappella interna e aula magna della scuola missionaria. Ma già a metà degli anni ’70 non serviva più come cappella perché ne era stata costruita una nuova, dove adesso c’è la palestra Q10.
Allora venne dato in locazione ad uno studio fotografico industriale che sfruttava il soffitto molto alto e le dimensioni inconsuete per un laboratorio artigianale per farne dei set fotografici.
Ma anche per le foto il declino fu rapido perché il digitale incombeva; e così nei primi anni ’80 i Dehoniani decisero di farne un centro di distribuzione libraria per le loro edizioni. Costruirono il soppalco che adesso è il soffitto e per una decina d’anni divenne il centro nevralgico della presenza editoriale del nordest delle EDB.
Nel frattempo la Scuola Missionaria si svuotava, e quando nel 1998 la cooperativa Città Solare ha cominciato a svuotare i cassonetti gialli dei vestiti usati della Caritas, nel cortile si incrociavano i furgoncini dei libri con quelli dei vestiti usati. Libri e vestiti sono stati nella stessa casa fino al 2010 circa, quando nell’ambito della riorganizzazione delle sue attività le Edizioni Dehoniane si sono appoggiate ad un magazzino esterno in zona industriale ad Albignasego e i locali si svuotarono definitivamente.
Ma nelle case grandi, abitate da tanta gente, i vuoti non resistono come tali e infatti diventarono magazzini informali di tutti
Nel 2013 quando Città Solare ha acquistato l’immobile dai Dehoniani, il magazzino era condiviso fra statue di santi, libri religiosi e mobili per arredare le case dei migranti. Allora abbiamo ospitato un laboratorio fotografico artistico al primo piano, ricominciando a ripercorrere a ritroso la storia delle funzioni di questa parte della casa, fino a tornare alle origini con il ristorante quimangio: dove le persone si siedono intorno alla tavola per rigenerarsi e condividere, esattamente come facevano i cristiani che venivano a Messa qui quando questa era una chiesa.
Infine, gli abbiamo voluto dare dei colori che esprimessero il sentimento che questi muri hanno accumulato negli anni: il giallo per dire l’affermazione della vita e dell’autostima di ciascuno, l’arancione che indica la gioia di vivere e la completezza nel rapporto fra i generi diversi e l’azzurro per far sentire il gusto della verità e la percezione del senso profondo dell’esistenza e della possibilità di esprimersi liberamente: infatti sia che mangiamo sia che beviamo sia che facciamo qualsiasi altra cosa, lo facciamo per costruire un mondo più bello dove tutti possiamo sentirci a casa.
Maurizio Trabuio
Presidente coop. Città Solare
[1] L’oratorio è ubicato presso il ponte “Quattro martiri”, (già ponte “Salboro”), lungo Via Pietro Bembo, ed è dedicato alla Beata Vergine Immacolata. E' stato costruito in luogo di un antico capitello della Madonna, già presente nelle mappe cittadine del Settecento. La costruzione venne dettata dalla necessità di avere un luogo di culto decentrato rispetto alla chiesa parrocchiale di Voltabarozzo lontana dalla popolazione che era andata aumentando in quei luoghi a fine Ottocento. Venne costruito in stile neoromanico su fondo donato dal conte Corinaldi di Roncajette alla Parrocchia di Voltabarozzo e venne benedetto ed inaugurato il 16 maggio 1909 da mons. Roberto Coin, vicario generale della diocesi. Presso l’archivio della Curia Vescovile è presente un disegno dell’oratorio a firma dell’ingegnere G. Stoppato. Nel maggio 1943, nella chiesetta è stata posata una statua della Madonna e vi è stata fornita una nuova pianeta. Dal 1961, l’oratorio è passato alla giurisdizione della nuova parrocchia del Santissimo Crocifisso di Padova. Sulla facciata è posta una lapide a ricordo dei soldati caduti nella prima guerra mondiale. Attualmente versa in pessimo stato con tetto in parte crollato.
[2] L'abside nell'architettura cristiana. - Per estensione del primitivo concetto di "costruzione a pianta semicircolare", chiamiamo abside la parte che termina il coro d'una chiesa, anche se, invece di una costruzione a pianta semicircolare, ne troviamo una a pianta poligonale, o soltanto un muro piano che chiuda l'edificio nella parte opposta all'ingresso principale. Termini affini ad abside sono quelli di esedra, nicchia, nicchione. (Enciclopedia Italiana Treccani)
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Il servizio di Maggiordomo di Quartiere è attivo ogni lunedì dalle 15.00 alle 18.00 presso la Sala Comunitaria di Qui Padova.
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